Quanto può costare un backout? 600 milioni in 13 minuti per Toshiba.
A poco più di un mese di distanza è arrivata la stima dei danni causati dal black-out dello stabilimento di Yokkaichi in Giappone, luogo dove Toshiba e Westerne Digital sono produttori di memorie NAND per la creazione di disci allo stato solido di vario tipo. Il danno finale supera i 600 milioni di dollari.
Per chi non ne fosse a conoscenza dell’accaduto, il 15 giugno 2019, presso lo stabilimento, è avvenuto un black-out elettrico di circa 13 minuti, che per quanto possano sembrare pochi, sono stati più che sufficienti per rovinare non solo i wafer di produzione, ma anche macchinari e impianti utilizzati nei vari processi. Ciò che è stato rovinato è pari a 6 exabyte di memorie (circa 6 milioni di Terabyte).
Il danno a carico di Western Digital raggiunge i 339 milioni di dollari, con conseguente riduzione della fornitura delle memorie durante il Q3 2019, che probabilmente si protrarrà nel Q4 con conseguente aumento della domanda e prezzi.
Al momento la catena produttiva dello stabilimento è tornata alla normalità operativa, ma non si prevede di tornare ad ammortizzare i wafer persi prima di settembre e. i danni sono piuttosto elevati. Wester Digital ha addebitato infatti 145 milioni per i macchinare e le operazioni di ripristino, ed ulteriori 190 milione per si a causa dei wafer danneggiati con un tolta che oscilla infatti sui 339 milioni di dollari.
Toshiba a differenza di Western Digital non ha ancora rivelato l’impatto economico del blackout, ma la quantità di wafer persi è simile a quella avuta dal suo partner, così come i danni ai macchinari e le necessarie operazioni di ripristino.
Tutto ciò a conti finali fa si che 13 minuti di buio siano costati alle due società tra. i 630 e i 678 milioni di dollari. La prossima volta probabilmente vi saranno molti più investimenti in sistemi UPS e generatori elettrici affidabili.